Dal Coro delle Bestie alla Tavola delle Signore

La scultrice Cécile Raynal espone all’abbazia di Montivilliers dal 7 giugno al 31 agosto 2025.

Il mondo è pazzo e l’attuale potere di certi leader politici di causare danni è motivo di preoccupazione. A volte cerchiamo a proteggerci dalla violenza quotidiana trasmessa dai media, cercando conforto altrove, dove troviamo più pace e serenità. Ma la povertà non scompare.

L’artista ha sempre più difficoltà ad ignorare le furie del suo tempo e l’opera di Cécile Raynal ne è una vivida testimonianza. All’indecenza dei potenti oppone l’espressione del suo sgomento, ed è nella terra che modella la sua indignazione. Non chiederla di spiegare le sue azioni; si afferma con feroce virtuosismo, sfuggendo ad ogni razionalità. Accetta subito di lasciarsi guidare dalle potenti molle della sua immaginazione creativa che a volte la sopraffanno.

Le due installazioni intitolate Coro delle bestie e La tavola delle signore ne sono una toccante dimostrazione. Le minacce al nostro futuro prendono forma sotto le sue dita con vivida acutezza. Cécile Raynal sa bene che siamo tutti coinvolti: esseri umani, animali, piante e i suoi personaggi di arenaria fumosa gridano questo fatto ovvio. Siamo in grado di mobilitarci di fronte ai pericoli futuri?

L’artista si confronta e ci confronta con questa domanda passando attraverso il bestiario, senza dubbio perché gli animali hanno conservato la facoltà di essere recettivi alla prova imminente, all’allarme che turba l’istinto, più intensamente della nostra perspicacia letargica.

Coro delle bestie, 2022-2025
Arenaria affumicato, resina, gesso, argilla vegetale
Altezza di ciascuna figura compresa tra 82 e 89 cm

Il Coro delle bestie è installato nel refettorio dell’abbazia di Montivilliers, un monastero benedettino femminile situato a circa dieci chilometri a nord-est di Le Havre. Cosa potrebbe essere più appropriato che esporre quest’opera nel luogo di convivialità e condivisione per evocare le negazioni di giustizia o il riscaldamento globale da parte dell’homo sapiens, che si vanta di sapere ma non abbastanza di agire?

La parola “refettorio” ha la stessa radice di “refezione”, segno premonitore dell’inevitabile riparazione di noi stessi in un questo luogo dove siamo venuti per ristorarci, mentre è tutta la nostra “umanità” ad avere bisogno di essere profondamente riparata.

Undici figure di animali interrogano un uomo che porta la sua testa, un uomo che l’ha persa molto tempo fa e che, pur essendo privo di cervello, rivendica la sua tragica originalità (un cefaloforo non può essere sereno se non sfugge l’orrore della sua decapitazione.

Coro delle bestie, 2022-2025 Cefaloforo (dettaglio)

Come animali salvati da uno tsunami o dall’attraversamento di una palude, alcuni sono macchiati da strisce rugginose, a testimonianza delle comuni prove sopportate, che esitano tra connessione e rivolta. Si sta verificando una catastrofe ed è tempo di fare il punto della situazione, di valutarla. Il dramma non è tanto nell’aver decapitato il testardo, quanto nel sapere se questi può ancora ravvedersi, unirsi al resto dei viventi, non essere più il centro ma un semplice anello di congiunzione, e forse smettere di ostentare queste corna di cervo come l’indecente eleganza del suo temperamento presuntuoso.

Coro delle bestie, 2022-2025 (dettaglio)

Per riuscirci, dobbiamo trovare altre strade, magari mescolare, tornare agli esseri ibridi della mitologia: centauro, fauno o minotauro, trovare una relazione che integri più di quanto opponga e moltiplicare le combinazioni. La metamorfosi non deve più essere un rifugio, come Dafne che si trasforma in alloro per sfuggire all’amore opprimente di Apollo, ma un percorso scelto per passare da un regno all’altro.

Dafne, 2021 Arenaria affumicato, ghisa di ferro, cipresso, 90 × 63 × 54 cm

Cécile Raynal fantastica e ci fa immaginare altre alternative, senza rassegnazione, rompendo con i fondamenti delle nostre società patriarcali. L’uccellatore diventa un uccello, Eros diventa un lupo e la logica diventa assurda.

L’uccellatore, 2024 Arenaria affumicato, pigmento, cipresso, 155 cm x 90 x 50 cm

Nella sala capitolare dell’abbazia si svolge un’altra “Cena”, con tredici donne sedute a tavola sotto lo sguardo di una creatura, in piedi sullo sfondo. Queste non sono le Causeuses di Camille Claudel. Appartengono al genere di L’Ouragane di Germaine Richier, segnati da cicatrici o scarificazioni.

Tavolo delle Signore, 2025 Arenaria affumicato, vetro, bronzo, pigmenti, legno di cipresso, 90 cm x 340 x 160 cm

Tra questi ritratti si insinuano altri animali, gatti e corvi, considerati malvagi nelle leggende medievali.

Tavolo delle Signore, 2025 (dettaglio)

Quali messaggi riecheggiano, quali presagi?

Tavolo delle Signore, 2025 (dettaglio)

Sul tavolo, una mela, rami di tiglio pieni di linfa, cesoie, un cucchiaio, bicchieri, un libro aperto e la chiave dell’enigma posta in bella vista. Sta a noi risolvere l’enigma con questi indizi, con le nostre certezze, i nostri dubbi e la nostra immaginazione.

Tavolo delle Signore, 2025 (dettaglio)

Più avanti, un Cristo in croce ricorda la pietà delle suore e delle badesse che hanno popolato questi luoghi per secoli e che Cécile invita, qui ed ora, attorno a Colui che ha dato un senso alla loro vita.

Cristo in Croce, 2021 Arenaria affumicato, acciaio, 94 × 53 × 15 cm (esclusa la base)

Nel chiostro, il busto di Nancy Huston condivide la sua pelle con quella di un gatto e possiamo percepire la complicità tra la scrittrice e la scultrice in questo ritratto intimo.

Tra la pelle (con Nancy Huston) 2020, Arenaria affumicato, pigmenti ad olio, 70 × 30 × 20 cm

 
Naturalmente, questo non è un inventario completo di tutte le opere presentate, ma ce ne sono alcune che mi colpiscono particolarmente e che ho potuto vedere al Musée des Arts et Métiers nel 2018 e al Musée Maurice Denis nel 2023.

Uno di questi si chiama Riparati. La scultrice ha preso come modello una giovane donna sopravvissuta al Bataclan, che invita con infinita delicatezza ad uscire dal suo riserbo.

Riparati” (con Floriane), 2018 Arenaria affumicato, pigmenti e scatola di legno, 157 × 92 × 152 cm

Infine, nel giardino, l’artista ha collocato Sogno di ragazza, che bisogna esplorare da ogni angolazione per percepire lo shock e la densità che emana.

Sogno di ragazza, 2015, bronzo, 155 x 63 x 50 cm (esclusa la base)

Prima di partire, vi lascio scoprire tutte le altre sculture, e in particolare un’installazione che riassume tutta la sfida di questa mostra: buttarsi o no?

Buttarsi o no, 2015 Arenaria affumicato, acciaio, quercia galleggiante, 75 x 120 x 45 cm

Le fotografie delle opere (per la maggior parte firmate da Bernard Hébert) sono state scattate prima dell’inaugurazione della mostra, quindi non nell’Abbazia di Montivilliers.

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